Bollettino 13 gennaio 2017

Bollettino 13 gennaio 2017

Nella conviviale dedicata al tema “Il dono del Mais: dalla civiltà Maya alla cultura della polenta”, il relatore Paolo Valoti, esperto della Banca del Germoplasma dell’Unità di ricerca per la Maiscoltura di Bergamo, ci ha guidato in un viaggio tra le culture legate dal mais, cereale originario del centro America. Anche la Console del Messico in Italia Marisela Morales Ibañez ci avrebbe arricchito di conoscenze dirette e in lingua madre, ma impegni istituzionali non hanno permesso la sua presenza di persona.

Il tema delle civiltà del mais, già approfondito in una nostra conviviale rotariana nel 2015 presso la SAPS di Agnelli, nasce da una missione di lavoro in Messico, in occasione della settimana della cucina italiana nel mondo organizzata da Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di Cultura nell’ultima decade di novembre 2016, e tra le quali l’Ambasciata d’Italia che aveva invitato il relatore Valoti per tenere a Città del Messico delle conferenze tra scienza e divulgazione sulle origini, specialità e qualità della polenta, una regina della tavola italiana. A partire dalle aiuole urbane con il mais tra i megagrattagieli di Città del Messico, con l’ausilio di fotografie, il cammino si è snodato tra i maggiori siti archeologici della civiltà millenaria dei Maya nello Yucatan come le incredibili città e piramidi di Uxmal, Chichen Itza, Coba e Tulum. Un passaggio obbligato di questo percorso tra culture, architetture e testimonianze intrecciate con il maiz, è stato il Museo nazionale di antropologia, il museo più importante del Messico e posto nel bosco di Chapultepec all’interno di Città del Messico, dove si trovano le maggiori collezioni del mondo di arte precolombiana delle culture Maya, Azteca, Olmeca, teotihuacana, Tolteca, Zapoteca e Mixteca. Dalla civiltà Maya alla megabiodiversità dei mais del Messico, con oltre 64 razze considerate native e tuttora coltivate con centinaia di varietà nei 32 Stati del Paese, è ancora oggi il cibo fondamentale e irrinunciabile della cucina tradizionale messicana, dichiarata ‘Patrimonio Immateriale dell’Umanità’ dall’UNESCO, con un consumo medio procapite anno di oltre 120 chilogrammi tra tortillas, tacos e altri cibi di mais, rispetto ai 4,5 chilogrammi di granoturco nella dieta degli italiani.

La diffusione del granoturco in Italia, come cereale adatto per l’alimentazione dell’uomo, ha seguito percorsi alterni con momenti di curiosità, espansione e sosta, nell’epoca della Serenissima Repubblica di Venezia (697-1797). In tempi di carestia la polenta rientrava fra i pochi alimenti, a volte l’unico piatto della dieta quotidiana dell’alimentazione rurale e popolare. Tra i documenti storici che raccontano il cammino del mais è stato citato il terzo volume “Delle navigationi et viaggi” raccolto da Giovanni Battista Ramusio (1565) che racconta della “La mirabile & famosa semenza detta maiz nell’indie occidentali, della quale si nutrice la metà del Mondo, i Portoghesi la chiamano miglio zaburro, di qual n’è già venuto in Italia di coloro bianco & rosso & sopra il polesene de rboigo, & valla bona seminano i campi intieri de ambedui i colori”. Villabona è l’attuale Villa d’Adige a Rovigo e viene considerata la prima culla italiana della polenta (1554).

L’Unità di ricerca per la Maiscoltura nasce nel 1920 come Stazione Sperimentale di Maiscoltura di Bergamo (SSM) con sede a Curno, grazie al contributo di diversi enti pubblici bergamaschi e istituzioni locali, sostenuta e potenziata nel tempo da enti e istituti nazionali e stranieri. Nell’atto costitutivo, con Regio Decreto del 7 marzo 1920 n° 327, all’Articolo 1 venne sancito che “E’ data facoltà al Governo del Re di fondare a Bergamo una Stazione Sperimentale di Maiscoltura autonoma con il concorso degli Enti Locali, da erigersi in ente morale sotto l’alta Vigilanza del Ministero per l’Agricoltura. Essa avrà per iscopo il miglioramento della coltivazione del granoturco, e potrà anche occuparsi di ricerche sul mais avariato, in rapporto alla applicazione delle disposizioni legislative contro la pellagra.” Fin dalla sua nascita la Stazione Sperimentale di Bergamo ha contribuito allo sviluppo tenace e incessante per la maiscoltura italiana e per la diffusione delle ‘sementi elette di mais’, con lo studio delle varietà autoctone coltivate, la costituzione e il miglioramento di varietà tradizionali di granoturco e di nuovi ibridi moderni per i diversi ambienti pedo-agro-climatici italiani. La coltivazione del mais o granoturco per la produzione di farina per polenta negli ultimi anni si sta registrando una forte riscoperta delle varietà locali italiane di mais. Prova ne sono i vari progetti di reintroduzione e valorizzazioni della biodiversità del mais avvianti dalla Banca del Germoplasma del mais, con una oltre 600 varietà locali tradizionali italiane e altre 5.000 accessioni, dell’Unità di Ricerca per la Maiscoltura di Bergamo, in collaborazione con enti ed istituzioni, associazioni di consumatori, organizzazioni di cittadinanza sostenibile.

Tra le nuove coltivazioni di mais autoctoni sono stati citati il Rostrato rosso di Rovetta, lo Spinato di Gandino, il Bianco perla, il Nostrano dell’Isola e il Nostrano Orobico, ai quali si aggiungono Scaglioli, Rostrati, Pignoletti, Cinquantini e Nostrani dei territori di lombardi e italiani: varietà locali di mais che stanno rilanciando la coltura e cultura del mais queste zone anche a livello turistico e di promozione del territorio, anche di montagna. Per le nostre genti, che vivono da secoli tra vallate e montagne orobiche, la polenta di farine di varietà antiche di mais, soda e grossolana, è un segno particolare e indelebile della identità dei bergamaschi. Nell’opera “Nova Novorum Novissima” del 1604 di Bartolomeo Bolla, celebre e sfuggente personaggio bergamasco, poeta, zanni e giullare giramondo, che fu a lungo in Germania, in Francia e in Inghilterra, e autore di alcune prose, in questa opera scrive in latino, e qui riportato con libera traduzione:

“Io, benché non grande filosofo, dal momento che sono nato e cresciuto in una valle dei Bergamaschi [n.t. valle Brembana], ove si apprezza di più il formaggio e la polenta che la filosofia, nella mia esperienza ho sempre trovato che coloro che vogliono essere sempre sapienti sono dei grandi stolti…”.

In pratica i primi passi della squisita polenta taragna orobica, oggi codificata dalla Camera di Commercio di Bergamo. Nel terzo millennio il rinnovato interesse verso la riscoperta della tipicità e della qualità delle produzioni alimentari e lo sviluppo sempre maggiore della conoscenza e della coscienza ecologica hanno stimolato l’attenzione per le varietà antiche e tradizionali di mais, sia per la produzione di farine per polente tipiche e di prodotti locali, che per la valorizzazione culturale, ecologica e economica del territorio in particolari aree geografiche. La calda e fumante polenta di granoturco torna oggi in vetta alla considerazione forse come non mai, perché ci porta sulle tavole delle città, tra cemento e palazzi, sapori, profumi e suoni di montagne e cime, di malghe e casere, rifugi e sentieri, di boschi e pascoli. La polenta di granoturco si conferma oggi una solida tradizione gastronomica, raffinata tipicità e gustosa prelibatezza che si trova nelle cucine delle famiglie, nelle mense aziendali e nei ristoranti ‘stellati’, ma anche nelle forme moderne di consumo take away. Peraltro, la farina gialla di mais non è solo polenta. La creatività di cuochi e artisti del gusto hanno trasformato questo ‘oro giallo’ in saporiti e nuovi prodotti da forno pane, pizze, torte, dolci, gelati e birre al granoturco.

Al termine della relazione di Paolo Valoti, socio onorario del Rotary Club Dalmine Centenario, il nostro presidente Giuseppe Pezzoli ha salutato Angela Abruzzese, presidente Inner Wheel Club Treviglio e dell’Adda.

 

Bollettino 5 gennaio 2017

Bollettino 5 gennaio 2017

Siamo al giro di boa dell’anno rotariano 2016 2017. È d’uopo fare un primo bilancio delle attività svolte e dei progetti in corso. Ci accorgiamo con soddisfazione che il coinvolgimento dei soci, attraverso la loro professionalità, passione e disponibilità, consente al club di portare avanti una serie di iniziative che fanno parte del programma annuale. È una caratteristica, questa, che ha sempre contraddistinto la vita e la storia del nostro sodalizio. Siamo felici di annoverare un nuovo socio effettivo, un nuovo membro associato pronto a diventarlo, e di essere pronti a salutare il reintegro nella nostra compagine di un vecchio socio. Con il secondo semestre entriamo nel vivo delle celebrazioni del centenario della Rotary Foundation, che dovrà vederci protagonisti come lo siamo stati negli anni trascorsi. Non dimentichiamo, infatti, che nel decennale di costituzione del nostro club avevamo superato la somma di 100.000 $ versati alla Rotary Foundation. Tra il mese di dicembre e l’inizio del nuovo anno, prima della ripresa dei nostri appuntamenti settimanali, abbiamo salutato con altrettanta soddisfazione le iniziative dell’Interact club Bergamo, di cui siamo padrini, in particolare il service “Pane del Rotary” che ha portato sulle tavole dei club dei Gruppi Orobico 1 e Orobico 2 il simbolo dell’alimentazione, creato con una forma che riporta il logo del Rotary International. Una iniziativa tanto più meritevole perché arriva da giovani interactiani, i quali dimostrano sensibilità verso simboli e valori della nostra tradizione e del nostro essere quotidiano. Un progetto reso possibile dall’adesione dell’Aspan, associazione dei panificatori, e dalla disponibilità del bergamasco Roberto Capello che ne è il presidente nazionale. In aggiunta, il coinvolgimento e la partecipazione dei nostri soci ad altre iniziative: quella dello stesso Interact Club Bergamo, che ha organizzato con Oreste Castagna uno spettacolo a favore dei pazienti pediatrici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, con Gianbattista Gualdi in veste di mago, e alla cui riuscita hanno contribuito Alessandro Cianciaruso, che ha fornito la pedana su cui si sono esibiti gli artisti, Antonia Cattaneo, nella sua funzione di delegata per l’Azione Giovanile, Alessandra Ravasio e Eugenio Sorrentino. Inoltre, il nostro Roberto Peroni si è recato in visita in Birmania, paese dove negli anni passati il nostro club è intervenuto contribuendo alla realizzazione di pozzi d’acqua.
L’auspicio per il secondo semestre è di riuscire a incrementare ulteriormente l’effettivo del nostro club e fare emergere sempre più le professionalità Dei singoli soci, che rappresentano il vero valore aggiunto della nostra azione rotariana.

Giuseppe Pezzoli

MAGIE DI CARTE PER I PICCOLI PAZIENTI DEL PAPA GIOVANNI XXIII

Meritevole impegno e partecipazione dei soci del Rotary Cub Dalmine Centenario all’iniziativa promossa dall’Interact Club Bergamo che, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha promosso sabato 17 dicembre uno spettacolo a favore dei pazienti pediatrici, dal titolo “Magie di carta”, che ha visto protagonista Oreste Castagna, celebre attore e regista di Rai Yo-Yo e socio del Rotary Club Dalmine Centenario, attorniato da Benedetta e Daniela di Format Teatro, Marcello Loiacono con le bolle di sapone e il nostro Gianbattista Gualdi con i giochi di magia.

Un’ora di performance artistiche per allietare i piccoli pazienti. Sono intervenuti Antonia Cattaneo, responsabile Azione Giovanile, il prefetto Alessandra Ravasio e Eugenio Sorrentino, mentre Alessandro Cianciaruso, membro associato del R.C. Dalmine Centenario, ha fornito la pedana su cui gli artisti si sono esibiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

VIAGGIO DI ROBERTO PERONI IN BIRMANIA

Il 27 dicembre scorso è partito il secondo viaggio in Myanmar organizzato dall’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania, a cui ha partecipato il nostro Roberto Peroni. Dopo aver visitato i luoghi più significativi dal punto di vista della cultura e del paesaggio birmani, il gruppo, che contava 36 partecipanti, è arrivato a Naypydaw, capitale politica del paese, sede del Governo e del Parlamento. E’ qui che sono stati ricevuti da Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri del nuovo Governo democratico, nella sua residenza privata. L’incontro si è svolto in un’atmosfera di intensa amicizia e cordialità. Dopo la visita ad Aung San Suu Kyi, il gruppo si è recato a visitare il Parlamento, dove una delegazione è stata ricevuta dalla Presidente della camera Bassa.

Roberto Peroni ci anticipa i momenti salienti del viaggio, che egli stesso illustrerà nei dettagli in una prossima relazione serale al club. “Siamo arrivati in Birmania dopo 18 ore tra volo e scalo, ma ne è valsa la pena. E’  stato un viaggio che ci ha dato grandi  emozioni e senzazioni, un paese mereviglioso in via di transizione democratica, viaggio misto di approcci culturali e alla fine istituzionali nei giorni terminali. Prima tappa Yangon approccio alle pagode che ci accompagneranno  in tutto il viaggio oltre che al museo locale,  pittoreschi mercati orientali , buona cucina per noi inusuale. Seconda tappa verso il nord, Bagan   ,zona archeologica nella foresta tropicale con più di 4000 antiche pagode,  villaggi caratteristici. Terza tappa Mandalay/Heho/lagoInle, visita alla Muarmuni pagoda ricoperta da tonnellate di lamine d’oro (abbonda sulle pagode e sulle statue di budda,) escursione sul lago Inle con le caratteristiche imbarcazioni, pescatori che remano con una gamba intrecciata al remo (le mani servono per pescare) case in legno su palafitte e orti galleggianti. Quarta tappa Nay Pyi Taw  attuale capitale, inaugurata nel 2005, voluta da regime militare, è l’attuale sede del parlamento ma è un cattedrale nel deserto, le Ambasciate non hanno voluto lasciare Yangon, così alcuni ministri e parlamentari. Qui (per merito della senatrice Albertina Soliani, presidente della Associazione Italia Birmania e che si è battuta negli ultimi 10 anni a favore della democratizzazione della Birmania, in atto dopo la vincita alle elezioni del partito Della Lega Per La Birmania Democratica) siamo stati ricevuti da Aung San Suu Kyi, con calorosa accoglienza a pranzo nel parco della residenza e visita nel pomeriggio al parlamento, e colloquio con U Tin Oo fondatore del partito. Quinta tappa  ritorno a Yangon, pranzo nella Curia di Yangon con cardinale Charles Bo, il quale ci ha presentato la situazione politica del Paese.

LA LETTERA DI GENNAIO DEL GOVERNATORE PIETRO GIANNINI

 

Bollettino del 16 dicembre 2016

Bollettino del 16 dicembre 2016

La serata dedicata agli auguri natalizi ha visto convenire a La Vacherie di Brusaporto i soci con le rispettive famiglie e amici che hanno voluto condividere il piacere di stare insieme per condividere l’atmosfera delle festività prossime. Il presidente Giuseppe Pezzoli ha fatto il punto sul primo semestre dell’anno rotariano e ha potuto annunciare l’allargamento della compagine dei soci. Dopo un mese e mezzo da membro associato, infatti, Sergio Carrara ha ricevuto la spilla di socio effettivo nel corso della riunione conviviale natalizia. A fargli da padrino Walter Consoli, che lo ha presentato il 3 novembre scorso definendolo “rotariano dentro”. Il Programma Pilota, giunto al sesto anno nel nostro Club, contribuisce a sostenere la compagine dell’effettivo, aggiungendo persone che si dimostrano motivate e convinte dopo il periodo di frequentazione.

Pezzoli ha dato la parola anche a Federica Sorrentino, presidente dell’Interact Club Bergamo, la quale ha spiegato il significato del progetto “Pane del Rotary”, un’iniziativa che ha permesso di riportare al centro della tavola l’alimento più comune e al quale viene associata la possibilità di nutrirsi. Grazie all’ASPAN, associazione dei panificatori di cui il bergamasco Roberto Capello è presidente nazionale, l’Interact Club Bergamo ha distribuito ai Rotary Club dei Gruppi Orobici 1 e 2, in occasione delle riunioni precedenti il Natale, le ceste con il pane prodotto con il logo del Rotary International. Un’iniziativa che il Governatore del Distretto 2042, Pietro Giannini, si è augurato venga ripresa dagli altri Interact Club attivi a livello distrettuale.

A conclusione della cena natalizia, il via alla classica lotteria condotta da Roberto Lodovici, coadiuvato dai ragazzi dell’Interact, Federica Sorrentino, Camilla Boldorini e Ilaria Bassoli, e da Elisa Segnini Bocchia di San Lorenzo. In palio una messe di premi, tra i quali i cesti creati da Spazio Autismo. La fortuna, come sempre, ha toccato tutti i tavoli, prima dell’arrivederci al 2017.

 

Bollettino 1 dicembre 2016

Bollettino 1 dicembre 2016

Il socio Gianluca Platania, con studio notarile a Bergamo, ha svolto una interessante relazione sul Patto di Famiglia, uno strumento agevolato e sicuro per il passaggio generazionale dell’impresa. In Italia su quasi 4 milioni e mezzo di imprese, il 99,9% sono micro, piccole o medie imprese. Di queste realtà imprenditoriali quasi il 92% sono di tipo familiare, il 55% hanno al vertice imprenditori di età superiore ai 60 anni. In un tessuto imprenditoriale come quello italiano caratterizzato da un elevato numero di piccole e medie imprese di tipo familiare, e rispetto alle quali si erge la figura del “fondatore”, ad un certo punto giunge il momento in cui bisogna selezionare tra i propri familiari chi sia il più dotato ed interessato nella continuazione dell’impresa di famiglia ed al quale quindi affidare la leaderschip della stessa, tutelando allo stesso tempo le legittime aspettative degli atri eredi. 80.000 imprenditori ogni anno sono coinvolti nel passaggio generazionale della propria impresa. I dati sul passaggio generazionale non sono però confortanti: il 50% delle imprese di tipo familiare scompare alla seconda generazione; solo il 30% supera la terza generazione; si assiste alla disgregazione dell’impresa familiare e all’acquisizione da parte di altre mani, italiane o straniere. Le possibili causa sono da ricondurre a divieto assoluto dei patti successori, possibilità di mutare in qualunque momento la volontà testamentaria, quota disponibile ridotta rispetto alle quote di legittima riconosciute dalla legge, rigorosi meccanismi di tutela dei legittimari all’apertura della successione, ritrosia dell’imprenditore nell’abbandonare in vita il comando della propria impresa, procrastinando così il più possibile nel tempo il passaggio generazionale.

La soluzione più immediata, semplice e praticata per attuare in vita un passaggio generazionale è da sempre quella delle donazioni. Tuttavia le donazioni sono esposte alla morte del donante ai seguenti meccanismi:

Collazione: istituto in base al quale i figli legittimi e naturali del de cuius ed i loro discendenti legittimi e naturali, nonché il coniuge, che abbiano accettato l’eredità, devono conferire nell’asse ereditario quanto ricevuto in vita per donazione

Riduzione: azione esercitata dai legittimari per ottenere la reintegrazione della legittima mediante riduzione non solo delle disposizioni testamentarie lesive ma anche delle donazioni in vita del de cuius; si può rinunciare ad essa solo dopo la morte del titolare del patrimonio donato o lasciato per testamento, mentre una rinuncia esercitata prima è nulla

Riunione fittizia: operazione con la quale si determina l’ammontare della quota disponibile, sommando tutti i beni lasciati al tempo della morte con quelli di cui il de cuius abbia disposto in vita con donazione, e sottraendo da tale massa i debiti. Il valore dei beni, compreso quelli donati, deve essere considerato con riferimento al momento dell’apertura della successione, e non dell’atto di donazione, azzerando così eventuali miglioramenti realizzati dal beneficiario.

La donazione non permette di “chiudere la partita”, lasciando tutto incerto sino all’apertura della successione, specie nel caso di un sensibile aumento del valore dell’azienda determinato dalle capacità soggettive del beneficiario visto che il valore della stessa andrà comunque calcolato alla morte del donante. Una soluzione potrebbe essere quella di una donazione per quote seguita da divisione. Tizio, padre di Caio e Caia e marito di Sempronia, è titolare dell’azienda “Beta” e di due immobili. Vorrebbe attribuire l’azienda “Beta” a Caio e soddisfare gli altri suoi legittimari con i due immobili. In questo caso Tizio potrebbe donare tutti i beni ai tre legittimari per quote che rispettino la loro legittima, procedendosi subito dopo a divisione tra i legittimari con attribuzione dell’azienda a Caio e degli immobili agli altri. Con la legge n. 55 del 14 febbraio 2006, viene introdotto in Italia l’istituto del Patto di famiglia disciplinato nel codice civile dagli articoli che vanno dal 768-bis al 768-octies

Scopo dichiarato del Patto di Famiglia è consentire all’imprenditore di scegliere, nell’ambito della propria famiglia, la persona più adatta nella continuazione dell’impresa e trasferirgli la sua titolarità e gestione; assicurare, con il consenso di tutti, un subentro che non esponga il prescelto a rischi di rivendicazione da parte degli altri familiari all’apertura della successione dell’imprenditore; scongiurare un depauperamento a carico degli altri potenziali legittimari o comunque una lesione della loro quota legittima.

In sostanza, il Patto di Famiglia è un contratto finalizzato ad assicurare il passaggio generazionale dell’impresa in sicurezza con l’intervento condiviso di tutti i legittimari all’atto che vengono compensati. Qualunque imprenditore può utilizzarlo, ma al patto di famiglia deve partecipare l’intera compagine familiare dell’imprenditore. La funzione del Patto di Famiglia è quella di permettere, in deroga ai meccanismi successori della collazione, riduzione e riunione fittizia, il passaggio generazionale dell’impresa. Per tale ragione, ed al fine di evitare che con lo stesso si incorra nel reato di contratto in frode alla legge, si ritiene che le partecipazioni debbano permettere al beneficiario di continuare nella gestione dell’impresa e non possano invece essere trasferite con il patto di famiglia piccole partecipazioni societarie espressioni di mero investimento

Con il Patto di Famiglia non si vuole favorire quantitativamente un soggetto (assegnatario) rispetto agli altri legittimari (non assegnatari). Si vuole solo trasferire un determinato bene (azienda o partecipazioni) a chi si ritenuto il più adatto (e/o più interessato) a riceverlo, con uno strumento certo, sicuro ed inattaccabile nel futuro, ed allo stesso tempo soddisfare anche gli altri legittimari con diversi beni, in modo da regolare da subito l’assetto divisionale immaginato dall’imprenditore dopo la propria morte. Inoltre, la rinuncia alla quota di liquidazione spettante sul valore dell’azienda non significa rinuncia all’eredità. Chi rinuncia compie una liberalità indiretta in favore dell’assegnatario (da considerare in sede di successione del rinunciante. Il Notaio Gianluca Platania ha concluso la sua relazione ripassando le regole, la casistica e i profili fiscali.

INTERACT CLUB BERGAMO PER LA PEDIATRIA DELL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII

Sabato 17 dicembre 2016 – ore 10:30 – Hospital Street

Magie di Carta

Spettacolo di Oreste Castagna di Rai Yo-Yo

con

Benedetta e Daniela di Format Teatro

le bolle di Marcello Loiacono

i giochi di magia di Gianbattista Gualdi

Interact Club Bergamo ha promosso in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo e i Rotary Club padrini (Dalmine Centenario, Bergamo Città Alta e Bergamo Nord) una serie di iniziative a favore dei pazienti pediatrici ricoverati nei reparti per periodi di cura. In vista delle festività natalizie, sabato 17 dicembre alle ore 10:30 nell’area hospital street del nosocomio si terrà lo spettacolo dal titolo “Magie di carta”, che vedrà protagonista Oreste Castagna, celebre attore e regista di Rai Yo-Yo e socio del Rotary Club Dalmine Centenario, attorniato da Benedetta e Daniela di Format Teatro, Marcello Loiacono con le bolle di sapone e Gianbattista Gualdi con i giochi di magia. Un’ora di spettacolo per allietare i piccoli pazienti e con essi tutti i bambini che vorranno condividere momenti di svago e allegria. Lo spettacolo sarà registrato per consentire ai responsabili dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di riproporlo periodicamente a chi trascorre un periodo di ricovero nei reparti pediatrici. Nei giorni e settimane successivi sarà Gianbattista Gualdi, anch’egli socio del R.C. Dalmine Centenario, a recarsi nei reparti insieme ai soci Interact per proporre giochi di magia.

 

Bollettino 25 novembre 2016

Bollettino 25 novembre 2016

Il Rotary Club Dalmine Centenario disegna il suo futuro attraverso il più largo coinvolgimento dei soci, nel segno della continuità dei progetti pluriennali e pronto a sostenere le nuove iniziative. Riunita a La Vacherie di Brusaporto giovedì 24 novembre, l’assemblea del club, chiamata a eleggere il Consiglio Direttivo dell’anno rotariano 2017-2018, che vedrà presidente Luca Scaburri, ha confermato all’unanimità i nominativi proposti e i relativi incarichi.

L’Assemblea ha accolto la proposta dal consiglio dei Past President-Commissione piano strategico, indicando Alessandra Ravasio, attuale prefetto del Club, quale presidente per l’anno 2018-2019.

Ecco la composizione del prossimo consiglio:

PRESIDENTE: SCABURRI LUCA

VICE PRESIDENTE: PAGANO CARMINE

SEGRETARIO: ARIOLI ANDREA

PREFETTO: CETTOLIN VALENTINO

TESORIERE: SEGNINI BOCCHIA DI SAN LORENZO ALESSANDRO MARIO

PAST PRESIDENT: PEZZOLI GIUESEPPE

PRESIDENTE INCOMING: RAVASIO ALESSANDRA

DELEGATO RF: PERONI ROBERTO

 

 

 

CONSIGLIERI:

BERNARDINI ANTONIO

CONSOLI WALTER

GUALDI GIAN BATTISTA

LODOVICI ROBERTO

ONORI SILVANO

SORRENTINO EUGENIO

 

Nel corso dell’assemblea il presidente Giuseppe Pezzoli ha condiviso con il past president Silvano Onori l’attestato attribuito al nostro Club per il supporto al service EndPolioNow nel corso dell’anno 2015-2016. Un riconoscimento che funge da stimolo ulteriore a confermare l’impegno del R.C. Dalmine Centenario nei confronti della Rotary Foundation.

 

Volontariato Interact a Spazio Autismo

I ragazzi dell’Interact Bergamo hanno messo a frutto il principio della banca del Tempo regalandone un po’ agli ospiti di Spazio Autismo, gestita da una cooperativa formata da assistenti educatori specializzati e che fa riferimento all’associazione nata nel 2000 dall’impegno di un gruppo di genitori, insegnanti, di educatori e cittadini sensibili alle problematiche di bambini e ragazzi con autismo.

Nel centro di San Colombano, in orario pomeridiano, durante la settimana, i giovani soci di Interact affiancano gli assistenti educatori e partecipano alle iniziative che coinvolgono i ragazzi autistici. Letture, aiuto alla comprensione, attività manuali e di cucina, uscite nel quartiere: sono solo alcune delle esperienze maturate dai nostri giovani, i quali hanno mostrato sensibilità e abilità nel rapportarsi con gli ospiti di San Colombano.

Bollettino 21 novembre 2016

Bollettino 21 novembre 2016

Seminario della Rotary Foundation al Papa Giovanni XXIII.

Il terzo appuntamento del mese di novembre, dopo due riunioni serali di club, si è svolto nell’Auditorium Lucio Parenzan dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha ospitato sabato 19 novembre il Seminario della Rotary Foundation. Un evento atteso, in relazione alla celebrazione del centenario della sua costituzione, al quale il Rotary Club Dalmine Centenario ha partecipato con una nutrita rappresentanza di soci, ivi compresa Federica Sorrentino, presidente Interact Bergamo, di cui il nostro Club è padrino. I lavori del seminario, aperti dai saluti di Gaio Briolini, Prefetto Distrettuale, Marco Bertoli, Presidente del R.C. Bergamo Città Alta, e Carlo Nicora, Direttore Generale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, sono stati introdotti dall’intervento del Governatore Pietro Giannini, il quale ha analizzato i rapporti tra il Distretto 2042 e la Fondazione Rotary, cui ha fatto seguito la relazione di Cesare Cardani, delegato distrettuale RF, soffermatosi sul valore e significato del servizio rotariano e il ruolo e la funzione dela Fondazione Rotary a cent’anni dalla nascita. Lo stesso Cardani e Donato Peduzzi hanno approfondito il programma delle Sovvenzioni Globali e Distrettuali, che è in crescita, mentre Alberto Ganna e Silvia Fontana hanno illustrato i risultati ottenuti con le borse per i Centri Studi per la Pace e gli Alumni, presentando l’esperienza di una giovane ricercatrice che opera a Copenaghen.

Un intervento molto sentito quello di Alberto Barzanò, il quale ha fatto il punto sulla eradicazione della poliomielite. Il seminario si è concluso con l’accento sulla raccolta fondi a favore della Fondazione Rotary, la consegna dei riconoscimenti a cura di Pietro Giannini e del past governor Gilberto Dondé, e la presentazione del Congresso Internazionale Atlanta.

Il seminario ha ospitato, tra gli altri, Simon Jude Ojelel, segretario del R.C. Soroti Central, nel nord est dell’Uganda, appartenente al Distretto 9211 che esprimerà il Presidente Internazionale del Rotary 2018/19, Sam Owori. Il Distretto 2042, insieme alla Rotary Foundation, attraverso il Progetto “Acqua e Cibo per la Vita”, ha consentito al Club ugandese di mettere a disposizione del proprio territorio le risorse necessarie per cercare di cambiare le condizioni di vita degli abitanti del Karamoja, una delle regioni più colpite in termini di sicurezza alimentare, favorendo la transazione dalla pastorizia all’agricoltura.