Dic 1, 2017 | periodico
UNA RADICE AUTOBIOGRAFICA NELL’ULTIMO LIBRO DI ROBERTO LODOVICI
Nel solco del programma segnato dal presidente Luca Scaburri, che dedica il suo anno alle sette arti liberali, il Rotary Club Dalmine Centenario ha concluso il mese di novembre ospitando una serata letteraria con l’autore che gioca in casa e scopre le sue carte in modo inaspettato. Roberto Lodovici, il quale qualche anno fa ci aveva destato con la sua opera prima dal titolo “Svegliamoci!”, ovvero come il potere finanziario sta cambiando la nostra vita, arriva a sorprenderci manifestando la sua vena di scrittore che va al di là delle analisi sulle turbolenze dell’economia per esplorare l’Io in modo introspettivo. “La figlia che diede alla luce suo padre”, il nuovo testo dato alle stampe da Roberto Lodovici, è la storia di un percorso verso la consapevolezza, alla scoperta di se stessi. Ne è protagonista Michel, un affermato architetto, il quale, con l’aiuto della moglie Isabelle e grazie al singolare incontro con la figlia che sta per nascere, intraprende un viaggio ai confini della realtà che lo porterà, dopo un conflitto interiore, a salire tutti i gradini della scala sapienziale. In questa incredibile e toccante esperienza alla ricerca del profondo significato della vita, accompagnato dalla piccola Claire, scoprirà un linguaggio antico di pura energia primordiale, il linguaggio del cuore e dell’amore
L’originalità del libro e che sarà la figlia che sta per nascere a guidare il padre ed a illuminare il suo cammino. “La figlia che diede alla luce suo padre” ha in sé una duplice valenza. Mostra una nuova visione della relazione padre- figlia vista attraverso una dimensione più spirituale.
Può essere utile leggere un libro che ci porta a riflettere sul significato che siamo alla nostra vita? – ha chiesto a sé stesso e alla platea Roberto Lodovici. La risposta non piò che essere affermativa. Questo libro, infatti, ci porta a guardare fuori dalla finestra e a uscire di casa per poi rientrarci con più consapevolezza perché ci induce a nuove riflessioni. Ci spinge ad allargare i nostri orizzonti a a creare dei nuovi paradigmi. Il titolo stesso rappresenta già un cambio di paradigma. Quando mai una figlia dà alla luce suo padre? Il secondo paradigma si rifà a una citazione del cardinale Carlo Maria Martini: il mondo si divide tra chi cerca e chi ha smesso di cercare e non tra chi crede e chi non crede. E poi: se vuoi cambiare il mondo intorno a te, devi prima cambiare il mondo dentro di te – come ebbe a dire Mahatma Gandhi. In fondo – aggiunge Roberto Lodovici – se una persona non ama prima se stessa, come può essere capace di amare gli altri? La riflessione continua sulla complessità della persona, fino al paradigma finale: non credete a nulla di quanto scritto, perché quella è solo la mia verità. In altre parole – dice Roberto Lodovici – non credete a quanto ho scritto, ma aprite la vostra mente e riflettere su quanto scritto per costruirvi un vostro personale pensiero che conduca alla vostra verità.
La verità – conclude l’autore – è una terra con infiniti sentieri, ma senza solchi già precostituiti da seguire. Poi alla domanda su quanto c’è di contenuto autobiografico in questo libro, Roberto Lodovici non fa mistero di averne messo una buona e significativa dose. Non potrebbe essere diversamente per chi ha scelto un titolo che è cambio di paradigma.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL CLUB
Il 7 dicembre, come tutti i primi giovedì del mese, spazio alla riunione del consiglio direttivo che precede la serata dedicata al “Parliamo tra noi”. Appuntamento all’Opera Restaurant di Sorisole.
Il 14 dicembre tradizionale serata natalizia che abbiamo deciso di celebrare in interclub con il R.C. Hospital One G23, di cui siamo padrini. Appuntamento a La Vacherie di Brusaporto, allargato a familiari e amici
Set 29, 2017 | periodico
L’ITALIA A 360 GRADI
Mirella Pontiggia, socio del nostro club, ci ha regalato una serata a “360 gradi”, allo stesso modo di come ha vissuto la sua straordinaria esperienza alla direzione della sicurezza stradale della centesima edizione del Giro d’Italia. Comandante della Polizia Stradale di Bergamo dal 2009 e vice questore aggiunto, Mirella ha avuto la responsabilità del servizio di scorta della polizia stradale al seguito della corsa rosa. Un’avventura iniziata venerdì 5 maggio da Alghero, sede della prima tappa, a domenica 28 maggio nella città di Milano, atto conclusivo. Un viaggio attraverso l’Italia in 23 giorni condotto a bordo di un’Alfa Romeo “Giulia veloce”, a bordo della quale è stata posizionata una telecamera a 360 gradi che ha ripreso tutti i momenti. Mirella ha coordinato un organico di 40 persone, con 26 motociclisti dotati di Bmw R 1.200 RT e altri 5 mezzi tra auto e furgoni. Ad ascoltarla, nel corso della riunione del 28 settembre a La Vacherie di Brusaporto, i soci del Rotary Dalmine Centenario e quelli del RC Treviglio, Rotaract Treviglio e Inner Wheel Treviglio. Emozioni a mille e soddisfazione piena per avere assunto e portato a termine un compito di grande responsabilità. Mirella aveva già coordinato in precedenza importanti corse ciclistiche: Giro di Lombardia, Milano-Sanremo, Tre Valli varesine, Coppa Agostoni.
“Ho avuto l’onore di assumere l’incarico in occasione della centesima edizione del Giro, che ha coinciso con il 70esimo anniversario di costituzione della Polizia Stradale. Grande orgoglio per lei, che ha potuto riabbracciare i suoi due figli di 12 e 16 anni quando la corsa ha fatto tappa proprio a Bergamo, tra il 21 e il 23 maggio. Le cose che ricorda di più sono l’abbraccio e l’entusiasmo della gente, assiepata ovunque a bordo strada per vedere passare i girini, e la possibilità di ammirare le bellezze d’Italia e il fascino delle tappe di montagna. E la polizia stradale ha ricevuto la sua dose di applausi. Massima attenzione, naturalmente, perché ci può essere qualcuno che intralcia il percorso e creare situazioni di pericolo. Per questo la Polstrada opera in sinergia con le altre forze di polizia a presidio delle strade. Mirella spiega che ciascuno dei motociclisti riveste un ruolo ben determinato. In particolare la prima moto a transitare sul percorso di gara è equipaggiata da una bandierina di colore verde posta sulla ruota anteriore. Si trova a circa 3 chilometri dal primo corridore e segnala agli spettatori l’imminente arrivo della gara.
Un’altra moto è equipaggiata con una bandierina di colore giallo e si trova a circa 100 metri dalla testa della gara, mentre una moto con bandierina rossa viene sistemata per segnalare l’ultimo corridore in gara. Inoltre anche quest’anno la Polizia Stradale, in collaborazione con RCS – Gazzetta dello Sport, al fine di coinvolgere attraverso le scuole i più giovani ha impiegato il Pullman Azzurro, un Pullman Iveco 370 opportunamente modificato e attrezzato in aula multimediale itinerante, per mezzo della quale viene sviluppato il progetto di educazione stradale denominato Biciscuola. Biciscuola è il progetto educativo del Giro d’Italia giunto alla 16esima edizione che coinvolge ogni anno quattromila classi primarie di tutta Italia e centomila bambini. L’obiettivo è far conoscere ai giovani il mondo e i valori del Giro d’Italia, avvicinarli alla cultura della bicicletta, al fairplay, trattando anche i temi della mobilità sostenibile, educazione alimentare e stradale
Set 17, 2017 | periodico
E’ iniziato in trasferta il calendario delle attività del R.C. Dalmine Centenario, che si è dato appuntamento mercoledì 13 settembre all’auditorium Parenzan dell’Ospedale Giovanni XXIII, condividendo l’evento promosso dal Rotary Clyb Hospital One GXXIII che ha scelto il tema “Innovare per il futuro” per aprire la serie di appuntamenti dopo la pausa estiva, chiamando a intervenire protagonisti della cultura e del cambiamento, per testimoniare come l’innovazione sia il migliore investimento possibile e dettarne le ragioni e opportunità. Invitati Ferruccio De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore, gli imprenditori Maurizio Radici, amministratore di Radici Group, e Daniela Gennaro Guadalupi, presidente di Vin Service, il prof. Alberto Castoldi, già rettore dell’Università di Bergamo, mons Giulio Della Vite, segretario generale Diocesi e Curia di Bergamo, e Carlo Nicora, direttore generale Ospedale Papa Giovanni XXIII. I lavori sono stati introdotti da Roberto Dodesini, presidente del R.C. Hospital One G23, il quale ha sottolineato il ruolo del Rotary e l’attenzione che esso presta agli aspetti sociali e professionali, in particolare la presenza di un club all’interno di un ospedale che rappresenta di per sé una innovazione nel modello rotariano. In veste di moderatore Eugenio Sorrentino, del R.C. Dalmine Centenario che ha condiviso la serata in interclub, ricordando come il termine Innovazione ha una radice latina ed è sinonimo di “nuova idea” – “invenzione”, e sia passato più di un secolo da quando l’economista Joseph Schumpeter ha descritto il concetto di “innovazione” nella sua “Teoria dello sviluppo economico” come “l’imposizione di un cambiamento tecnico o organizzativo anche per via della sua invenzione”.
Abbiamo tutti consapevolezza che da molti anni le innovazioni non si limitano allo sviluppo di prodotti e servizi, come pure che innovare sia un investimento imprescindibile per garantire continuità e competitività guardando al futuro. Lo ha riconosciuto Ferruccio De Bortoli, il quale ha richiamato gli esempi più evidenti dei fenomeni innovativi, osservando come la presenza dei social avrebbe fatto raccontare in modo ben diverso l’11 settembre 2001, ma sottolineando anche la preoccupazione che accompagna le tecnologie più avanzate circa la possibilità di vedere soppresse o sostituite attività lavorative e professionali. D’altronde – ha osservato De Bortoli – la metà delle attuali professioni non esisteva 30 anni fa. E giorno dopo giorno le cronache raccontano di robot che si propongono prepotentemente alla ribalta per mansioni forse ben fatte, ma che non possono certamente sostituire l’umanità che dovrebbe accompagnarle.
De Bortoli si è spinto nel futuro prefigurando un taxi volante che arriva a caricare il cliente davanti alla finestra dello studio o dell’abitazione. Una proiezione per certi versi inquietante per lo scenario che l’accompagna. Ma ci sarà sempre un’idea e una coscienza che sostiene ogni innovazione, insieme a ciò che la motiva. Due importanti testimonianze hanno fatto capire come l’innovazione sia la chiave del successo. Quella di Maurizio Radici, che con i fratelli Angelo e Paolo condivide la guida del gruppo omonimo, uno dei più affermati produttori di materie prime a livello internazionale nel settore delle fibre sintetiche, dei materiali plastici e know-how chimico. Una multinazionale tutta italiana, con 3.000 dipendenti, che ha mantenuto la sua sede nelle valli bergamasche da cui, oltre 75 anni fa, tutto ha avuto origine. A seguire, Daniela Gennaro Guadalupi, che guida l’azienda Vin Service, leader mondiale nella produzione di impianti per la spillatura delle bevande, che ha tagliato da poco il traguardo dei 40 anni di attività. Tutto è nato da un’idea semplice, affermatasi rapidamente. Ma per conquistare e consolidare posizioni di mercato sempre più ampie si è affidata in modo convinto a ricerca e sviluppo che ha permesso di introdurre prodotti molto innovativi. ù
Volutamente e realisticamente fuori dal coro il prof. Alberto Castoldi, il quale ha messo a nudo la difficoltà che il mondo dell’università affronta nel promuovere ricerca e innovazione. E decisamente originale l’interpretazione data da mons. Giulio Dellavite, chiamato a toccare le corde dell’etica, il quale ha fatto ricorso al significato delle parole in bergamasco per paragonarli ad alcuni dei più diffusi e ricorrenti termini in uso nel linguaggio dell’economia. Infine, il dott. Carlo Nicora ha spiegato quale significato assume l’innovazione nel contesto ospedaliero. L’innovazione in sanità può consentire di dimezzare i tempi, rendere le procedure meno traumatiche, rendere più semplice ciò che prima era complesso; ma anche portare fama al medico che l’abbia sviluppata o successo all’azienda che l’ha realizzata; inoltre può ridurne le limitazioni (protesi cocleari, cardiache, ortopediche), mentre occorre interrogarsi sull’impiego dei farmaci innovativi e dei dispositivi più avanzati da applicare ai pazienti, che devono supportare in modo appropriato il percorso delle cure cliniche. (a cura di Federica Sorrentino)
L’incontro a tavola
Una lunga sosta al tavolo dei libri, per firmare le copie di “Poteri forti (o quasi)”,ultima fatica letteraria di Ferruccio De Bortoli che raccoglie 40 anni di giornalismo, ha preceduto la conviviale al ristorante La Marianna, dove l’ospite ha risposto alle domande sulle sue esperienze professionali e su alcuni temi toccati nei diversi capitoli.
Prossimo appuntamento: Fuoriporta alla Torre del Sole
Giovedì 21 settembre il Rotary Club Dalmine Centenario dà appuntamento a soci e loro ospiti alla Torre del Sole di Brembate Sopra per un fuoriporta tra stelle e pianeti. Dopo un apericena fissato alle 19:30, a partire dalle 21 la visita al parco astronomico che offre un approccio innovativo sviluppato attraverso numerose chiavi di lettura, che vede coinvolti oltre alle meraviglie dell’Universo anche aspetti legati alla sfera umanistica e artistica. L’elemento principale del Centro è naturalmente costituito dalla preesistente struttura del vecchio bacino pensile, al quale sono state apportate le modifiche atte ad accogliere al suo interno il nuovo telescopio con la propria cupola. Una seconda torre, interamente d’acciaio, si erge accanto alla prima, ospitando l’ascensore panoramico e la scala di servizio che, con i suoi 142 gradini, conduce alla sommità della costruzione. Da qui, grazie a una passerella aerea, si può accedere all’osservatorio astronomico, oltre che godere di una eccezionale vista che spazia per quasi 20 chilometri. Alla base della vecchia torre è stato ricavato un laboratorio eliofisico, nel quale la radiazione solare giunge verticalmente attraverso l’originario pozzo mediante un classico eliostato a tre specchi installato nella cupola. Nell’interrato, alla base delle due torri, è stata ricavata una modernissima sala conferenze capace di 120 posti a sedere, dalla quale si ha diretto accesso al planetario, con cupola da otto metri di diametro.
Lug 7, 2017 | periodico
Il collare a Luca Scaburri Ricevo il testimone da Beppe, un amico, che ha condotto quest’anno il club in modo corretto e puntuale, ponendo sempre la giusta attenzione alle mission del Rotary, alle richieste e necessità dei soci e finalizzare le energie per portare avanti i Service in corso. Non voglio tediarvi con programmi, obiettivi e risultati da raggiungere ma voglio esprimere la mia volontà di una gestione collegiale del nostro Club, innanzitutto con i colleghi del consiglio direttivo: saranno loro i miei più stretti collaboratori e il mio più valido aiuto. Confido inoltre nel supporto dei Past President e dei membri delle Commissioni, ma anche di tutti i soci. Ma questa “collaborazione” non deve sembrare un tentativo di alleggerire l’impatto nei confronti dei miei impegni ed dei miei doveri istituzionali nell’annata ma di creare sinergie fra i soci, consolidando ancora di più quel senso di appartenenza rotariana che ci accomuna.
Il tema presidenziale quest’anno è “FARE LA DIFFERENZA”, perché dobbiamo fare la differenza nel nostro mondo, nelle nostre comunità e nella vita del prossimo agendo al di sopra di ogni interesse personale. Abbiamo le capacità per fare la differenza perché siamo un club forte, pieno di entusiasmo e siamo abituati ad agire, ricordiamoci sempre che “noi siamo quel che facciamo”. Troviamo il tempo per agire di più sulla nostra comunità locale e soprattutto sui giovanni e su chi ne ha più bisogno.
Sono rotariano da pochi anni, ma la mia fortuna è stata quella di partecipare attivamente alla vita di club sin dal primo giorno, arrivando a considerarlo sotto certi aspetti come una famiglia. Il mio percorso di crescita non è iniziato poco tempo fa con l’ingresso nel Rotary, bensì più di 40 anni fa e per questo voglio in primis ringraziare la mia famiglia, mio padre e mia madre che sono stati in grado di trasmettermi valori che reputo fondamentali come il rispetto, l’amore, la passione, la sincerità, la gratitudine e il coraggio di agire. Li ringrazio per la costanza e la dedizione con la quale hanno saputo starmi vicino ed accompagnarmi nella crescita, anche nei momenti più difficili.
Ringrazio ALICE, mia moglie, che non estrema pazienza mi sopporta, supporta, ascolta, consiglia e soprattutto con l’amore è riuscita a dare piena continuità a quel senso di famiglia che tanto amo e ringrazio mio figlio Leonardo per ricordarmi ogni giorno quanto è meravigliosa la vita. E come non ricordare in questa sera un amico di tutti noi, un uomo la cui saggezza cultura rotariana e signorilità sono uniche, e che una sera di qualche anno fa, proprio in questo posto, mi disse: tu diventerai presidente del nostro Club, e davanti alle mie incertezze, con fare autoritario che quasi non ammetteva replica repricò: tu lo diventerai: grazie Friedel (Elzi) per aver riposto in me la tua fiducia, pazienza che poi lui sia migrato per fondare un nuovo Club. Vorrei anche ringraziare chi ha appoggiato la scelta di Friedel e mi è stato vicino nel preparare il passaggio: grazie Carmine, grazie Eugenio e Roberto Lodovici. La prassi per ogni neopresidente all’inizio dell’annata, è quella di coniare un mottp, Io NON avendo questa velleità vorrei invece riprendere, per sincero spirito rotariano il motto di Paul Harris: A prescindere dal valore che il Rotary ha per noi, il mondo lo conoscerà per i suoi risultati.
Beppe Pezzoli: un anno è passato
Una tappa molto importante nel percorso del nostro club: il passaggio delle consegne che Giuseppe Pezzoli e Luca Scaburri. Un rito rotariano che rappresenta la continuità del nostro club. “L’anno rotariano appena trascorso è stato particolarmente intenso nel corso del quale il nostro club ha fatto tante belle cose – sottolinea Pezzoli – In tal senso voglio ringraziare tutti i soci del R.C. Dalmine Centenario per la loro fiducia e per la loro preziosa collaborazione insieme a tutti i consiglieri che hanno fatto parte della mia squadra per l’anno 2016-2017, i presidenti e i membri di commissione, tutti i Past President e vorrei anche ricordare i nostri tre soci con incarichi distrettuali (Carmine Pagano, Friedel Elzi, Antonio Bernardini). L’anno rotariano che si è concluso ha visto il coinvolgimento dei nostri soci nelle numerose iniziative con la messa a disposizione della loro professionalità, delle loro competenze, della loro capacità organizzativa e soprattutto della passione che è un valore aggiunto molto importante e che è determinante per raggiungere i migliori risultati. Vorrei solo ricordare che ognuno di noi ha un suo piccolo e grande “tesoretto” che può mettere a disposizione del club ed è in ciascuno di noi la possibilità di concretizzarlo. Per quanto riguarda il nostro Piano Strategico, si è focalizzato sulla continuità delle attività del club, in particolare per i service pluriennali, ma anche con nuove iniziative che abbiamo condiviso insieme anche al Distretto, all’Orobico 2, e ad altri club del mondo rotariano. Il motto di quest’anno del Rotary International era “il Rotary al servizio dell’umanità” e quello del nostro club “condividere in amicizia” Credo che tutti noi, nel corso dell’anno abbiamo cercato di concretizzare questi due motti attraverso la realizzazione di molti service. Tra questi, voglio ricordare:
Sicurezza stradale (che Roberto Lodovici sta portando avanti brillantemente da diversi anni), a cui si è aggiunto il seminario organizzato dal nostro socio Gianluca Bagattini finalizzato alla formazione di guidatori consapevoli;
Spazio autismo e Bergamo Scienza (Eugenio Sorrentino)
Premio di laurea Daniele Adorni giunto alla 7^ edizione (Carmine Pagano)
Carrozzina per atleti disabili (Pezzoli/ Sorrentino)
Interact e Rotarct (Toni Cattaneo / Alessandra Ravasio)
Anche quest’anno è proseguito il corso di aggiornamento per insegnanti “La famiglia nel diritto” (organizzato e tenuto da Liana Nava)
Abbiamo realizzato la Raccolta di fondi “Pro Terremotati Centro Italia”
E infine voglio segnalare due service condivisi con altri club rotariani, come il sostegno al patronato S. Vincenzo di Sorisole (capofila l’amico Alberto Nacci del Sarnico) e Giochiamo Insieme (capofila l’amico Vilse Crippa del BG Ovest).
Nel corso dell’anno abbiamo organizzato molte conviviali e incontri vari, tutti molto belli e toccanti. In particolare non possiamo dimenticare il Passaggio delle consegne con Silvano Onori avvenuto il 15 giugno 2016 (cavolo è passato un anno, ditemi che non è vero). Durante i mesi di Luglio e Agosto abbiamo organizzato la Tavola Rotariana, che ha riscosso un grande successo coinvolgendo tantissimi nostri soci e amici, e che mi auguro Luca prosegua questa bella tradizione.
22 settembre Interclub con il Panathlon International Bergamo: incontro con il prof. Alfredo Calligaris, uno dei pionieri della medicina dello sport.
29 settembre Anteprima di Bergamo Scienza con il coinvolgimento del nostro socio Eugenio Sorrentino
20 ottobre Visita ufficiale al nostro Club da parte del Governatore Pietro Giannini, che purtroppo ci ha lasciati circa due mesi fa. Abbiamo perso un grande Governatore ma soprattutto un grande Amico (un ricordo accompagnato da un minuto di raccoglimento).
10 novembre “la Società del mutuo soccorso: storia e finalità”, relatore Dott. Claudio Merati
1 dicembre “il passaggio generazionale nelle imprese familiari: le regole da seguire (e gli errori da evitare)”, relatore il nostro socio notaio Gianluca Platania
12 gennaio “Il dono del Maís: dalla civiltà Maya alla cultura della polenta”, a cura del nostro socio onorario Paolo Valoti che ricordiamo ha organizzato in qualità di presidente del CAI per domenica 9 luglio l’abbraccio della Presolana coinvolgendo anche il nostro Distretto.
19 gennaio “La vita rimane la cosa più bella che ho”, relatore Mauro Bernardi. Un maestro di sci diversamente abile, che ci ha raccontato come è cambiata la sua vita dopo l’incidente.
26 gennaio Il reperimento delle risorse finanziare per le imprese che intendono crescere”, relatori il nostro socio Valentino Cettolin e Antonio Tognoli
9 marzo Interclub con il Panathlon International Bergamo: “Multitasking: risorsa o pericolo? Distrazione alla guida.”, relatrice d’eccezione: Mirella Pontiggia, Comandante della Polizia Stradale di Bergamo e nostro socio
23 marzo Interclub con l’Inner Wheel Club di Treviglio e dell’Adda. Tema della Serata: Viaggio nel Cuore della Birmania. Relatori: Roberto Peroni e Angela Aliberti (Presidente Inner Wheel Club di Treviglio e dell’Adda) con la presenza della Senatrice Albertina Soliani
venerdì 21 aprile In occasione dei 100 anni della R.F. Il Concertone dal titolo END POLIO “Il Racconto di un Sogno”, presso il Cineteatro San Filippo Neri di Nembro. Evento organizzato dall’orobico 2 con il contributo del nostro socio Oreste Castagna. (che ha permesso di versare alla R.F. circa 5.000 euro)
18 Maggio presso ex Aula Magna dell’Università in Sant’Agostino in Città Alta: La Leadership, conferenza del Prof. Domenico Bodega, Preside di Economia alla Cattolica di Milano. Con la partecipazione di tutti i Club Orobici.
Mercoledì 24 Maggio, interclub con il RC Hospital 1 e Inner Wheel di Treviglio al ristorante la Marianna presso Ospedale Papa Giovanni XXIII con relatore il 15 volte Campione del Mondo di motociclismo Giacomo Agostini.
14 giugno Presentazione del progetto Interact “Ferri corti” presso la splendida cornice del Monastero di Astino, a cura di Federica Sorrentino
24 giugno Congresso Distrettuale che si è svolto presso la Fiera di Bergamo con interventi di altissimo spessore
29 giugno Passaggio delle Consegne tra i Governatori del Distretto 2042 che si è svolto a Busto Arsizio
Nei giorni precedenti il Passaggio di Consegne ho partecipato insieme a Luca a diversi passaggi delle consegne dei club orobici e ora con il nostro chiudiamo il cerchio. Ma come dicono gli inglesi “Last but not least”.
Luca Scaburri indossa il Collare e la ruota si mette a girare. Eccolo con Alessandra Ravasio, presidente eletto per l’anno 2018-2019, che a sua volta passa l’incarico di Prefetto a Valentino Cettolin. Tra i testimoni del Passaggio di Consegne l’Assistente del Governatore del Gruppo Orobico 2, Umberto Romano.
LE NOSTRE PHF
Prima del Passaggio di Consegne, Beppe Pezzoli ha consegnato le Paul Harris Fellowship a Roberto Lodovici, Carmine Pagano e, su mandato del Governatore uscente Gilberto Donde, a Friedel Elzi, che ha lasciato il nostro Club (di cui è rimasto socio onorario) per fondare il R.C. Hospital One.
IL PREMIO DI LAUREA “ADORNI” A UN ROTARACTIANO
Enrico Ubiali, con una tesi sulla tematica del Dieselgate, (relatore il Prof. Mauro Cavallone, crrelatore il Prof. Jan Freidank dell’Università di Bergamo) che si è valsa la laurea con 110/110 cum laude nel luglio 2016, si è aggiudicato il Premio di Laurea “Adorni” assegnato ogni anno dal nostro Club. La tesi di Enrico Ubiali considera la tematica del “Dieselgate” lo scandalo legato alle motorizzazioni Diesel che ha coinvolto Volkswagen nell’autunno 2015 e che le ha causato conseguenze legate a: comportamento etico, credibilità aziendale, danno al consumatore, ripercussione finanziaria e risposta del mercato. L’ingente portata economica ed etica di questo scandalo sta avendo ancora oggi ripercussioni sia nell’ambito del core business dell’azienda che della Corporate Social Responsibility. L’elaborato è frutto di un’approfondita analisi su una tematica di grande attualità che ha visto lo studente collaborare con un pool di ricerca internazionale dell’Università di Bergamo e della THM di Gießen (Business School Tedesca vicino a Francoforte).
La tesi prende le mosse dall’analisi della recente letteratura di marketing sul tema. Un riferimento particolare va agli scritti di Coombs, Weiner, Kuhn, Schlegelmich, Gildea, Xie, Carroll, Child, Bowie e Brown e molti altri per le componenti “awareness of a scandal”, “hypocrisy in ethical behaviour”, “brand image”, “brand attitude” e “customer affection”.mSono stati poi analizzati i dati relativi ad un campione di 292 persone, intervistato nei primi mesi successivi allo scandalo, per osservarne le risposte classificate in 11 macroparametri per un complessivo di 75 domande ciascuno. L’analisi dettagliata ha visto poi l’elaborazione dei dati, purificati e classificati secondo inferenza statistica, ciascuno corredato da indicatori di coerenza e correttezza.
Lo studente ha poi voluto verificare il punto di vista dell’azienda:
- con la visita e le interviste presso Volkswagen Group Russia
- con l’intervista al dealer ufficiale di Volkswagen Audi Skoda Porsche di Bergamo, completando così la raccolta delle informazioni sul Dieselgate.
Le considerazioni finali a cui lo studente è giunto sono sintetizzabili in:
“Il Dieselgate è stato uno scandalo che ha colpito emotivamente il consumatore italiano. Nonostante tutto, la credibilità del gruppo Volkswagen e le politiche di crisis management hanno indotto il campione a non modificare il comportamento di acquisto. Ciò ha trovato conferma incrociata nei positivi risultati aggregati di mercato e nelle aspettative strategiche dell’azienda. L’agire etico di Volkswagen Group dovrà quindi essere implementato per garantire una nuova fiducia morale e qualitativa, dimostrata nel comportamento del consumatore”.
Il lavoro, primo e, per ora, unico nel suo genere, è frutto di un’approfondita analisi su una tematica di grande attualità perché descrive l’impatto del Dieselgate in un’ampia prospettiva e vengono specificate le misure correttive e la nuova company vision di Volkswagen, focalizzata sulla mobilità sostenibile. La tesi così come descritta ha ottenuto la votazione di 110/110 e Lode, avente come relatore il Prof. Mauro Cavallone e come correlatore il Prof. Jan Freidank (visiting professor dalla THM di Gießen).
Il lavoro è stato implementato sia a Bergamo sia all’estero, nel periodo in cui lo studente prendeva parte al progetto di internazionalizzazione “Complementary degree program in global business”, più precisamente presso HSE Nizhny Novgorod (Russia) e JKU Linz (Austria).
La sessione di laurea del 13 luglio 2016 ne ha visto la presentazione in inglese, lingua di stesura della tesi e dei corsi di laurea magistrale. Dal luglio 2016 il dr. Enrico Ubiali è cultore della materia del dipartimento SAEMQ dell’Università degli studi di Bergamo. Insieme al pool di ricerca italo/tedesco, sono state implementate ulteriori analisi statistiche sui dati raccolti che hanno condotto l’elaborato alla 19^ conferenza internazionale Toulon Verona (settembre 2016, Università di Huelva). Ne è derivato un conference proceeding co-firmato dal Prof. Mauro Cavallone, dal Prof. Jan Freidank, dalla Dr.ssa Melanie Bowen e dal Dr. Enrico Ubiali.
CHI C’ERA
MOMENTI PRESERALI
Mag 26, 2017 | periodico
A RUOTA DI GIACOMO AGOSTINI
Il Rotary Club Hospital 1 GXXIII ha promosso il suo primo interclub al ristorante La Marianna dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, riunendo i soci del R.C. Dalmine Centenario e dell’Inner Wheel Treviglio e chiamando un relatore d’eccezione come Giacomo Agostini, campione di motociclismo che ha lasciato una traccia marcata e indelebile nel mondo dello sport italiano e mondiale. Una tale figura non poteva tenere lontani i rotariani appassionati di imprese sportive. Insieme all’ADG Edoardo Gerbelli, presente Paolo Fiorani, presidente del R.C. Clusone, e numerosi soci appartenenti ai sodalizi dei Gruppi Orobico 1 e 2. Gran pienone per ascoltare alla viva voce di un protagonista assoluto i motivi di un successo straordinario maturato in tempi difficili e rischiosi per chi praticava il motociclismo agonistico. Giacomo Agostini ha vissuto la sua infanzia a Lovere, dove ha visto correre campioni di motocross come Carlo Moscheni, che gli sedeva accanto quasi a testimoniare un attaccamento paterno. La passione lo ha assalito da adolescente, ragione per cui aveva bisogno dell’autorizzazione dei genitori a correre. Ottenuta la licenza sportiva, aiutato da Rovaris, concessionari Motomorini di zona, Agostini potè iniziare a cimentarsi tra i cadetti. La prima gara ufficiale, a cui partecipò con la fiammante “Settebello”, fu la gara in salita “Trento-Bondone” del 18 luglio 1961, nella quale si classificò secondo, alle spalle del celebre “Scoiattolo della montagna”, al secolo Attilio Damiani, campione italiano in carica e considerato imbattibile nelle cronoscalate. “I miei meccanici erano il panettiere e il farmacista – confessa – Le piste erano strade aperte al traffico, i caschi delle scodelle, la tuta pesava meno di un kg rispetto ai 10-12 di quelle odierne decisamente protettive”. La prima gara internazionale, vinta da Agostini, fu nella classe 250 della prestigiosa Coppa d’oro Shell, svoltasi il 19 aprile 1964 sul Circuito di Imola. Segnalato da Carlo Ubbiali, altro grande iridato bergamasco, Giacomo Agostini si presentò al conte Domenico Agusta e approdò alla MV Agusta partecipando al mondiale 1965 nelle classi 350 e 500 che lo avrebbero visto trionfare sui circuiti di tutto il mondo. Il suo palmares nel campionato mondiale è inequivocabile: ha disputato 190 gare, vincendone 123 e salendo sul podio 162 volte, aggiudicandosi 15 titoli mondiali, 8 in classe 500 e 7 in 350. Nella sua carriera Agostini ha fatto risuonare l’inno italiano 311 volte, comprese le gare valse 18 titoli nazionali, i dieci successi al Tourist Trophy (massacrante corsa di 360 km che ha mietuto decine di vittime tra i partecipanti) e la 200 miglia di Daytona, che lo ha visto gareggiare per la prima volta negli USA con una moto di 700 cc, vincere ma finire disidratato.
“E’ stato importante correre per una marca italiana” – dichiara Agostini, il quale ricorda quando, abbandonati i motori quattro tempi e con l’avvento del 2 tempi giapponese, egli finì per passare alla Yamaha alla fine del 1973. In compenso, ha rinunciato a girare un film di Pietro Germi preferendo correre in moto, anche se poi si è cimentato nei fotoromanzi. Appeso il casco al chiodo, da team manager ha vinto altri tre titoli mondiali. Differenze tra passato e presente? Una volta c’era più amicizia tra i piloti, la squadra Agusta era composto da 8 persone, oggi un team ne conta almeno 30 e soprattutto l’elettronica ha cambiato il modo di guidare la moto. Le qualità da riconoscere a Giacomo Agostini: la grande discrezione, la capacità di restare fedele alle proprie abitudini e amicizie, essere diventato manager di se stesso.
LA CORDATA DELLA PRESOLANA
Il nostro socio onorario Paolo Valoti, presidente del C.A.I. Bergamo, ci invita alla Cordata della Presolana, il grande evento del fine settimana dell’8 e 9 luglio 2017, a conclusione degli Stati Generali della Montagna verso un’agenda strategica condivisa della Provincia di Bergamo, e che si innesta all’interno di un progetto culturale per la sicurezza, salvaguardia e sostenibilità della montagna.
“Montagne per tutti” è un obiettivo generale che si concretizza in un’iniziativa particolare: rendere il rifugio Baita Cassinelli accogliente e accessibile anche ai disabili e alle persone con ridotte capacità motorie. Ogni partecipante alla Cordata sarà automaticamente anche finanziatore di questo progetto sociale e solidale.
Il giorno prescelto per la realizzazione della Cordata è domenica 9 luglio: all’ora stabilita tutti i partecipanti dovranno avere raggiunto il Campo Avanzato prescelto tra i 18 CA in cui il periplo è stato suddiviso per agganciare il proprio moschettone alla corda.
Sarà possibile scegliere il Campo Avanzato che si preferisce raggiungere indicandolo come preferenza nella fase di pre-registrazione e confermandolo poi in quella di registrazione. Ciascun Campo Avanzato può ospitare uno specifico numero massimo di, raggiunto il quale dovrai orientarti su un Campo Avanzato diverso. La cordata della Presolana è una grande sfida per le montagne e un simbolico abbraccio alla montagna che, con i suoi 2521 metri di altezza, è considerata l’incontrastata ‘Regina delle Orobie’. Ciascun partecipante alla Cordata della Presolana riceverà l’apposito kit costituito da: fettuccia, moschettone, t-shirt commemorativa e marsupio. Per avere il kit, è sufficiente scegliere la donazione base (5 euro).